sabato 27 ottobre 2012


Disegnavo mandala ovunque.
su un fazzoletto sul tavolo della cucina
sulla mattonella calda vicino al
termosifone sulla chiara d'uovo
sulla polvere sui miei occhi spalancati
allo specchio. Grossolani tatuaggi col kajal.
Graffi imprecisi.
Dentro ai cerchi ammaccati stavano
nude le mie note stonate, quelle 
non ancora capite, quelle chiare eppur
proclamatesi non vere.
Non si capiva. Non si poteva.
Era tutto già in movimento, la
musica suonava ma in un sottofondo
appena percepibile e l'orecchio acuto
sentiva sentiva. Profetizzava e sentiva.
Capita che le musiche si somiglino quando sono ancora lontane.
Gioca l'orecchio malizioso con le varie
sinfonie rimbalzando morbidamente
frenetico da una parete all'altra.

Il volume aumentava o la
musica si avvicinava?

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