sabato 9 maggio 2015

UN BIGLIETTO A/R ALL'INFINITO

Questo blog vivrà, ancora. Finché qualcuno di voi continuerà ad attraversarlo. O a pensarlo.
Ma sarebbe sciocco non rispondere ad un'esigenza concreta di allargare gli argini, ed è per questo che da oggi Sulla punta della coda lascerà la scena al neonato lartetifabella.it

Partite con me!

sabato 14 marzo 2015

Angelo tu,

non hai mai sentito di
Spaventosi fonemi germanici
senza sosta?

Stadtbesichtigung e Kopfschmerztabletten
il verbo è in mano ai diavoli.

Dice Tacito:

<<Chi ha sofferto smette di scherzare>>

ordunque adesso ci è dato giocare!

Si cominci coi suoni indecisi

come "acca" qualsiasi...

Sballottati dal destino

In questa guerra senza tempo un bedeutung* finisce adottato

oppure per niente

ancora e da sempre

Imbrigliati nella trappola del significato
senza via di scampo, noi.

___

*significato
Porta via il tuo ordigno lontano da me

Non posso amarti questa notte.

Non potrò amarti da domani


Tic-ticchia come le lancette della

sveglia che non riesco a sopportare

quel tuo cuore succulento e

tumefatto


Nessun rifugio è abbastanza sicuro

al riparo dalla catastrofe

di un amore non ricambiato.

mercoledì 7 gennaio 2015


Senza tormenti d'animo
tumulti e crisi presunte
non esisterebbero scrittori.
Non poeti. Non profeti.
Brindiamo dunque
in questa sera
agli scompensi
agli squilibri
ai cancelli scavalcati
ai vetri rotti a martellate
Celebriamo
l'impeto animale
nascosto nelle nostre camicie abbottonate.
I desideri sono esauriti.

Sono elettrizzati, snervati

hanno le convulsioni nelle nostre menti nevrotiche

e sono confusi, non sanno da che parte è l'uscita.

Non c'è più gusto neppure a sognare.

Corriamo corriamo ci affanniamo e inciampiamo

abbiamo fretta di finire e cominciare un altro sogno,

per poi, alla svelta, al risveglio

agguantare il taccuino e trascriverlo

Proprio come ci ha detto di fare il nostro strizzacervelli

che cura le nostre nevrosi,

ma non riesce a perdere il tic che ha all'occhio sinistro.

Ogni volta che passo di qua ti lascio qualcosa
perdo i pezzi uno dopo l'altro
come la collana di perle quando si rompe il gancio.
Ti vengo incontro
con l'entusiasmo di un cucciolo di cane,...
lo vedi tesoro, il tempo
non mi ha cambiata poi molto.
Sempre la stessa voracità di un rapace o
di una donna sola.
Addento più che posso
senza temere di farti del male perché
sei il mio banchetto, bellezza,
e ti leverei gli occhi per assaporarli
come prelibato caviale.
Le volte che ci mischiamo
ferendoci a morte
e quelle in cui ci rivestiamo di fretta e scappiamo come ladre
Le volte in cui fermiamo il tempo
per assicurarci un momento davvero
solo nostro..
Perdere un libro o comprarsi una stella
che differenza fa?
Indossare Chanel o sboccare sotto il portico
Scrivere canzoni o rubare cartelli per strada
che differenza fa?
Quando si ama, tesoro
quando si ama veramente qualcosa
tutto diventa musica
e porta il tuo odore
e puzza di libertà.
Tu sei libertà,
Bologna, amore mio.

sabato 20 settembre 2014

  
Sarò ancora qui
sola
nella mia stanza
in una stanza a caso
col vuoto di cemento armato
dentro
L'imminente svenire
quel sentirsi in contatto col tutto
un istante prima di sparire
e tornare nei miei piedi
per poi fare un passo dietro
a un altro
e capire che non c'è differenza alcuna
tra il masturbarsi la mente ogni giorno
e il lasciarsi andare alla fortuna.

domenica 11 maggio 2014

Giornate in bianco e notti insonni.
Addosso l'odore dei vagabondi.
Piroettare senza freni a ritmo di "cin cin"
frugare in tasca. Tre filtrini.
Lasciarsi accompagnare da un chitarra scordata
nell'epifania di un giorno qualunque.

Ma poi pensavo
che tutto il senso di quella serata
stava nel fare una foto
alla propria ombra sulla scrivania.
Così bianca
ordinata
innaturale
Puzzava ancora di disinfettante
La mia voce
invece
profumava di rum e promesse

giovedì 13 febbraio 2014

La fine di un amore è come
l'elaborazione di un lutto
Il senso di vuoto e di incredulità
ti portano a sgranocchiare
carote alle otto del mattino
e a riempire le giornate di
gesti senza senso.
Vegetare. Vegetare. E ancora vegetare.
E allora il viaggio non è più
farsi una valigia in fretta.
E' una necessità mentale.
Devi uscire dalle tue scarpe,
darti due schiaffi
e tornarci dentro.

sabato 8 febbraio 2014

Le domeniche sono per le passeggiate
delle coppiette felici
Le domeniche le hanno fatte per i pranzi
con la famiglia
e le litigate a tavola
e i dolci fatti in casa.
Le domeniche sono degli ubriaconi
per le loro teste confuse
e lo sbocco sulla moquette
per le loro teste di cazzo perse da qualche parte
e il cuore debole
e il fegato in stand-by.
Le domeniche lasciatele ai pensatori
agli obiettori di coscienza
a chi legge i giornali
A chi crede nella legge
ma non nel progresso
A chi prega
a chi non crede nella Chiesa
A chi va a puttane
e s'innamora
A chi tradisce la propria donna
e ha l'uccello piccolo.
Le domeniche dei perdenti
Le domeniche degli eroi
Le partite le lavatrici il caffè corretto matrimoni dirsi addio
darsi addosso far l'amore i bambini al parco i rimorsi i sogni persi
Be'..è domenica
io dormo ancora un po'.

mercoledì 8 gennaio 2014

C'è chi l'espansore ce l'ha sugli occhi
Ed è così aperto verso il mondo fuori
Che se gli passi accanto riesci a
sentire il profumo delle sue viscere.
Quando si è così dilatati e spalancati
a raccogliere
non si può che perdere qualcosa
dal pertugio
E lasciar fluire geyser di pensieri.
E perderli,
Come le monete da 1 cent.

lunedì 6 gennaio 2014

Parole crude.
perché i filtri servono solo
a rollarsi le paglie
E in giornate sotto tono
escono in pigiama i pensieri
con le scarpe slacciate
si spengono nelle pozzanghere.

venerdì 27 dicembre 2013

Il profumo dei mandaranci.
Impazzivo, nel gelo sadico di dicembre,
all'odore dei mandaranci.
Ogni buccia scivolata a terra
mi arrivava come un caldo alito
avvolgente.
E' uscito a farsi un giro in barca.
Silenziosamente
Ha accostato la porta
è inciampato per le scale.
Ha nascosto il viso sotto il cappello
E frugando nella giacca
nulla più che un accendino e un vago ricordo.
Ha avuto gli occhi pieni
Di quel luccichio lontano
E ha sperato per davvero
Che lo guidasse il faro.
Ma va così, tra le onde e
gli  ingannevoli odori..
Il mare sa prendere tutto
Ma non fa sconti ai rematori.
Qui sulla banchina c'era un'aura
felice e un placido tepore
Ma è andato a farsi un giro in barca.
L'Amore.

mercoledì 18 dicembre 2013

Come se le emozioni di sguardi
e sorrisi e mute parole fossero
racchiuse in una conchiglia
In una canzone.
E non è vero che se porti all'orecchio
una conchiglia senti il mare.
Sono i sospiri quelli.
Sono le risa dei bambini che si rincorrono
e i silenzi dei grandi
che non sanno più come si fa.

Sfuggente impalpabile sfuggente
ti senti così. E' così che sei.
Sfiori
Scivoli via
Concedi un assaggio
Sei padrona, di te stessa.
Conduci. Cavalchi. Fluttui.
Ti fermi e l'attimo è già finito
la punta del tuo naso guarda al di là.
Lingua salmastra che avanzi e ritrai
mordi azzanni la sabbia
ogni volta che il tuo appetito si fa impetuoso
finché un giorno senza preavviso
ingorda belva
in silenzio su altre spiagge ti riverserai.

Sarà il mito dell'Assenza
a farti rivivere.
Sarà un'altra sfuggente onda
a farti smorire.

Voci sexy per vaneggiamenti ebbri
L'eco, nelle pozzanghere.
L'arsura, nelle bocche.
Le cazzate intermittenti
Sedurre il riflesso della notte nel bicchiere.

Graffiarsi le pance, arrampicarsi..

Ci siamo spremuti al punto giusto
Trovarsi
è stato proprio come infilare gli auricolari
quando il volume della musica è troppo alto.
Bbboooooooooooom!
Se ti regalo un perché
ho già la soluzione in tasca
O forse no.
la tengo nella mano
come si raccoglie una
lucciola
a maggio
Non riesco ad afferrarti
Stringo i denti e non stringo niente
Resto sola questa notte
a rovistare tra le immondizie del sentimento
Vorrei grattugiarti la faccia
per vedere se quella pellicola che hai messo su
viene via con i singhiozzi
Quella pellicola, che hai messo su
per separare ciò che ti ho regalato
dal resto dell'aria
"Ci sono quelli che si fumano
i mozziconi raccolti da terra..
Ci sono quelli che ai lati della strada guardano il culo
ad ogni tipa che passa.
E poi ci sono io,
che ancora non ho capito
per quale delle due sono più portato"

mercoledì 4 dicembre 2013

Le notti di forti emozioni
Di giorno son cazzi e dolori
Al buio spensieratezza
riflessi sfocati su vetri e pupille
la magia di qualche anima in pena, folle.

Tornando all'ovile
sbatti addosso a qualcuno
fantasticando sul bagliore notturno.
Se ti stringe la mano
tu stringi i tuoi denti
Legagli al collo i tuoi racconti ebbri e contenti

sabato 26 ottobre 2013

La tua mente piena di saliva
ha macinato finora ininterrottamente,
tranne per poche eccezionali circostanze.
E non hai sentito. Abbastanza .
E non hai raccontato, narrato, chiacchierato. Abbastanza.
Il Discorso è stato fatto ma
non si è sentito. Il dialogare,
muto.
La secchezza delle fauci è nella tua testa.
Persa da qualche parte con una valigia in mezzo ai piedi
Cosa c'è di meglio?
Come avere un CUBO in cui sapere di
esserci.
Persa da qualche parte con una penna fra le dita,
ti stai prendendo per mano.
Adoravo
quel pallore sul suo viso,
come se avesse avuto la luce fioca
dell'autobus perennemente
puntata addosso.
Il carattere delle persone
lo puoi capire un po'
da come camminano,
da come si muovono nei marciapiedi
sotto ai portici
se spavaldi si fanno largo in mezzo a tutte le altre formiche
o spintonano
o si rannicchiano nelle giacche ad ogni incontro.
Ma sì, tu
resta pure seduto svaccato lurido ai piedi della vetrina
e continua a suonare la solita armonica ogni volta che passerò di lì
E l'entusiasmo che hai mettilo da parte
ma nel serbatoio della benzina, da usare sempre
ché se lo tiri fuori e lo fai vedere
te lo diluiranno con l'acqua
e ti passerà la voglia.
E l'entusiasmo che hai tienitelo caro
che sia il tuo primo amico
e ogni mattina, a mezzogiorno,
ti dia un bel calcio nel culo.
Sacro e maledetto Assenzio
che ci rubi tutti i perché
e ce li rilanci come sassate
il giorno dopo
Non ha le orecchie ovattate
fa finta che non gli interessi la tua confusione.
Ti guarda  negli occhi
a mezza smorfia
forse il peso lo regge come una cannuccia tra i denti
Gli scrittori?
Pieni di vesciche sul cervello
e sulle mani.
Le sedie per la mente.
Dove sono le sedie per la mente,
per pensieri composti che prendono appunti
e incrociano le gambe sotto la scrivania?
Come posso incollare IL pensare,
un momento, qui ed ora?
Le persone non sono di nessuno.
La gente, puttana.
La possessività sui figli
le gelosie sugli amori.
I tuoi amici sono in prestito come i tuoi polmoni.
Non ti appartiene
che una misera parte di te.
Il resto è lì. da scoprire,
alla portata di tutti,
tra sputacchi e imprecazioni,
come i cessi pubblici e
i banconi.

domenica 9 giugno 2013

martedì 28 maggio 2013

Non mi servi a niente.
porti addosso vestiti che già ho
Quel vago sentore come feromoni sbriciolati per aria
mi ha portato qui, a un passo da te
Ma basterà uno scodinzolare di campanelli
per farmi tornare al mio posto. In nessunposto.

giovedì 2 maggio 2013

Aveva solo l'impronta degli occhi
e camminava distratto
le idee erano infeltrite
come i miei capelli
e tremava così tanto
da non riuscire più a rollarsi un drum

domenica 24 marzo 2013

Lo smatto ha occhi così dolci
quando ti spalmi di pensieri tristi
Puoi dar schiaffi all'aria quanto ti pare
sperando passi di lì qualcuno.
A Milano i piccioni hanno le scarpe.
Se ti siedi sulle panchine della stazione
puoi soffermare lo sguardo sulla polvere
che hanno le persone
sulle loro teste.
Dentro il grande presepe
raccogliamo l'eco delle nostre stronzate.
Un vociare confuso,
oro liquido si versa e si manda giù.
Manichini e portici nelle finestre
luci calde/fioche.
A volte basta un quarto piano
a riempirti gli occhi e le branchie.
Non ha le orecchie ovattate
fa finta che non gli interessi la tua confusione.
Ti guarda negli occhi
a mezza smorfia
forse il peso lo regge come una cannuccia tra i denti.

venerdì 8 febbraio 2013


le parole svolazzano veloci fuori dalla testa
ed è così che per strada fissi un
punto sulla giacca di qualcuno.
sulla porta scorrevole del bus.
sulle rotelle del trolley della ragazza riccia
E continui a seguirlo, il trolley, anche dopo
alla tua scrivania
ripercorrendo maniacalmente ogni singolo scalino o pozzanghera
per non perdere il filo
della tua pazzia
spensieratezza
che se guardi bene ce  l'hai proprio
lì, tra i fili scomposti della tua frangetta

Ci ho viste correre. Nella notte umida e luminosa, con le nostre bolle di sapone e pupazzi-stupidi-scherzi nelle borse.
Pagliacci semplici bambine.
Uno..due..correre. All'improvviso. E che ridere!  
Versare il sapone per terra schizzare la gente. E parte la musica, oh si abbiamo anche la colonna sonora. Perché la regalano la musica sai, quando due bambine libere si divertono, sembra che vadano a volare.

mercoledì 14 novembre 2012


Sono bastarda. sì, creola incrociata
impura inquinata. con le radici scoperte
con le membra stuprate.
Non ho una bussola. Non mi serve, non ho un posto del tutto mio
Ho il mondo però.
Ogni buia prateria ogni angolo al sole
ogni voce usanza costume
tutto mi è familiare e mi rinnega
tutto mi appartiene e mi rende libera..

Due volte mezzanotte
come i tuoi occhi adagiati sul sedile.

slavati dalla pioggia.
vividi dal sudore.
Il sangue ribolle come vino
sul sottofondo delle nostre indecisioni.

Carezzarti gli zigomi
accontentandomi del tuo ologramma
                        stanotte non chiedo di meglio.  C'è sempre il Jack, sul tavolo che aspetta
a ibernare due-tre-cazzo-lacrime che sono
in partenza dal binario che hai di fronte.
Di rivedersi capita.
Può capitare tutte le mattine nello specchio. In nostra sorella che ci
scimmiotta dai due anni.
In nostro figlio che, suonata la sveglia da mezz'ora, deve ancora scrollarsi di dosso
la fase rem.
A me è capitato stamani. Ero seduta due sedili più in là, di fronte.
Potrei star fermo nel tuo velo
a giorni interi
Sei una ragnatela al contrario
una telaragna che rimbalza
ciò che gli interssa.

lunedì 12 novembre 2012

E' nei pensieri androgini  che si levano e
indossano le vesti. Stracci dappertutto.
In questo istante vorrei truccarti le labbra con una matita scura e farti
cantare una canzone che non esiste ancora nelle nostre
fantasie. Ma l'ho sentita stasera e mi è piaciuto, sai, quell'accostamento di note
dispari...

sabato 27 ottobre 2012


Cercavamo calci nei denti
quando andavamo a stuzzicare
le prede degli altri.
Perché tutto sto vivere insieme, alla fine
è una gran caccia al cinghiale
E io sognavo solo di darle un morso
in quel grosso, succulento culo.

Disegnavo mandala ovunque.
su un fazzoletto sul tavolo della cucina
sulla mattonella calda vicino al
termosifone sulla chiara d'uovo
sulla polvere sui miei occhi spalancati
allo specchio. Grossolani tatuaggi col kajal.
Graffi imprecisi.
Dentro ai cerchi ammaccati stavano
nude le mie note stonate, quelle 
non ancora capite, quelle chiare eppur
proclamatesi non vere.
Non si capiva. Non si poteva.
Era tutto già in movimento, la
musica suonava ma in un sottofondo
appena percepibile e l'orecchio acuto
sentiva sentiva. Profetizzava e sentiva.
Capita che le musiche si somiglino quando sono ancora lontane.
Gioca l'orecchio malizioso con le varie
sinfonie rimbalzando morbidamente
frenetico da una parete all'altra.

Il volume aumentava o la
musica si avvicinava?

giovedì 24 maggio 2012

Sempre più breve sempre più svelto
un coito emozionale.
Parlare di Voi è un urlo rapace
              -di nulla capace-
è un regalo boomerang.
Chiedetene ancora.
Monopolio di vibrazioni
reali e presunte
nella gabbia del credersi malati
E' a colpi di cervelletto che ti usurpa l'adrenalina
prende in prestito il tuo corpo
ingoia come il serpente l'uovo
e ti rigurgiterà catarticamente
alla fine del canto. Alla fine della sua messa laica.

E' a colpi di cervelletto che ti smarrisce
senza vertigine.
L'equilibrio sta nella tua bionda pinta
mentre ti muovi e sei fuoritempo e gli imbocchi le parole della prossima canzone.


sabato 12 maggio 2012

Ho imparato a pedalare
al contrario.
senza neanche un piercing
col viso pulito
un phon sparato
sulla fronte.
piscio birra o limonata
c'è solo da scegliere le
dosi.
Bastava accontentarsi
del fuoco molle in
mezzo alle gambe
per smettere di raccontare psycostronzate.
Sentirsi in dovere è
una gran paraculata.

venerdì 11 maggio 2012

Mi affogo in un libro in una pagina stropicciata in
una bottiglia di birra vuota in un paio d'occhi scuri
nella notte liquidassordante. nelle mie parole.

giovedì 5 aprile 2012


Eiacula sulla mia ferita.
Disinfetta questi occhi che non sanno
vedere le tue corde stonate.
Non mi strattoni più...
Posso scuotere all'impazzata
la testa per sentire gli orecchini zigani sbattere
sul mio collo
Non attirare il tuo sguardo
vorace
è diventato così semplice
E il frappè di favole che lei ti fa bere
ogni mattina
ti ha fatto dimenticare
dove inciampavamo con le nostre ingorde risate
quando ancora te ne fregavi dei vestiti sporchi
E il retrogusto di whisky
delle mie movenze
era il tuo trip preferito.

mercoledì 4 aprile 2012


La matita scorre sulla pagina
rigurgita sul pulito.
musica..musica per orecchie aperte (esperte)
è un richiamo per
affamati d’arte.

Allora camminavo ancora più triste e
scocciata. Insofferente e solitaria.
E il fatto è che  mi sentivo ancora
più 'autorizzata' ora che Licéa se n'era andata.
I miei sforzi (piuttosto modesti) i
tentativi di mostrare una faccia
distesa, un volto solare
erano svaniti
in una settimana di sussulti, di angoscia.
Se li era inghiottiti un contoallarovescia che
qualcuno stava facendo per lei.
Penso che un giorno tornerà
materializzata in un'altra essenza
e sarà ancora una volta oscura ai più. Da interpretare,
da saper leggere. Sarà ancora un diavolo silenzioso
in cerca di orecchie/carezze

mercoledì 7 marzo 2012

E (c'era bisogno di) gettarsi dappertutto
gettarsi addosso a qualcuno
ad un corpo e ad un altro
altro...
Come bestiolina trattenuta, contenuta
satura di confini
Necessità di riversare
riversare il sé per vederlo e vederlo assieme ad altri occhi.
Un'anima che diventa puttana
ha qualcosa da dire
(Aprite le orecchie
mentr'ella dischiude le gambe)
"L'inafferrabilità è gretta" , ti svegli
con la responsabilità addosso di un
pensiero da sollevare come un
palloncino gonfio, lo aiuti
a contrastare la gravità...senza
mai tenerlo troppo sulle dita.
Fuggi dal contatto.

Appoggi i piedi nudi su quel diavolo
di pavimento ghiacciato
batti la testa contro lo spigolo
dell' I-N-A-F-F-E-R-R-A-B-I-L-I-T-A', che, cazzo, è gretta gretta gretta
gr......
E ringrazi quel mezzo boscaiolo
del Pavese per rovinarti così
gratuitamente l'esistenza.

lunedì 20 febbraio 2012

Quante ore sprecate seduta su una sedia.
Confesso la musica era buona
il sapore molto meno.
La convinzione di essere sprecati quando non ci si consuma
<<Io mi voglio sciupare>> suonava come
una dichiarazione di indipendenza.
da quei vestiti indossati quasi accuratamente
dalle mani morbide di crema
dai mille volti non accarezzati abbastanza

Perché in fondo la malinconia
è come mettere il tappo alla biro.

giovedì 16 febbraio 2012

L'allegria di un culo tondo
e scolpito e bombato e tornito
è come la prima neve
ti stampa un sorriso ebete.
La bellezza del promontorio
è disarmante.
Io davanti a due rotondità
potrei essere derubato denudato stuprato
perché rapito da tal magnete.
Natiche uguale ostie consacrate
Gluteo uguale microcosmo
Culo come Universo
come Vita come Gioia Culoarmonia
Il big bang?
Un culo esploso.
E' in giornate come questa che dovresti capire
il valore della solitudine
sacra! beata! e maledetta!
Aggrappato a una quercia secolare
coi capelli fino alle radici. e sotto. e dentro
Sai di tristezza
quando non arrivi al tuo ramo
Non sai di niente se non fai almeno un salto.
E l'avevamo già capito
che quei baci sbiaditi
sarebbero stati l'incipit
di nessun inizio
Quella mezz'aria di sufficienza con cui vi guarda
è il letto a scomparsa
di una dolcezza
che sa appena di avere.

mercoledì 8 febbraio 2012

la vita è un centro sociale
dove ognuno si fa i cazzi suoi_

c'è bisogno di donne II


Quando penso a Edith penso a due occhi troppo grandi per non perdersi. Quando penso a Edith penso a una foglia umida sgualcita, a una foglia sempre di un verde nuovo,
sempreverde.
Quando penso a Edith penso a un cane zoppo che sorride degli altri cani che camminano dritti. Quando penso a Edith penso a un Calimero che nel fagotto ha tante storie e pochi soldi.
Quando penso a Edith penso a una ginestra. Quando penso a Edith penso a una ballerina nuda che si rotola tra i fili d’erba cantando una canzone che non conosce ancora.
Quando penso a Edith mi stupisco ogni volta ché il mio pensiero dopo il travaglio si rigenera, che come biscio muta pelle e porge pelle nuova alla vita.

E se non c'è fa lo stesso
E se non succede me ne frego
Nessuno smaniare.
Svaccato con le gambe distese
attendere SE e QUALCOSA.